Oggi l’uso della parola “resilienza” è diventato molto frequente: l’immagine che abbiamo di questo concetto è quello di una risorsa di cui possiamo disporre per affrontare il grande momento di difficoltà al quale la pandemia ci espone.

Tuttavia, non siamo maestri in fatto di resilienza, anzi: si può dire che sia il mondo vegetale il miglior mentore che potremmo avere sul tema.

Le piante sono da sempre in grado di adattarsi alle condizioni più estreme. Incapaci di compiere movimenti veloci per allontanarsi dai pericoli, lavorano preventivamente di strategia di sopravvivenza. Hanno una così alta capacità di adattamento, da arrivare, in caso di necessità, a rinunciare ad una parte di sé pur di restare in vita e tornare a crescere rigogliose. Il tutto lentamente, senza fretta, ma con grande preparazione, come spiega Barbara Mazzolai, direttrice del centro di MicroBioRobotica dell’Istituto italiano di tecnologia di Pontedera, nel suo saggio “La natura geniale, come e perché le piante cambieranno (e salveranno) il Pianeta”, finalista del Premio Galileo 2021 per la divulgazione scientifica.

Prendendo spunto da questa capacità strategica e preventiva del mondo vegetale, ecco che essere resilienti comprende, anche per l’uomo, la necessità di prepararsi alle situazioni avverse, accettarle e sapersi evolvere. Esattamente come fa la Natura.

Gli esempi di resilienza che ci offre la Natura sono da sempre sotto i nostri occhi. Pensiamo ad alcuni tra i più eclatanti: l’antichissimo Gingko biloba sopravvissuto al passare di milioni di anni, oppure le catastrofi di Hiroshima e di Chernobyl, che non hanno impedito alla natura di sorprenderci riprendendo a germogliare velocemente.

Stagione dopo stagione, cambiamento dopo cambiamento, le piante ricordano le trasformazioni subite e attraverso una rimodulazione della codifica del loro patrimonio genetico si adattano al nuovo ambiente, al nuovo mondo.

Le piante non risentono dell’età, sono in grado di riprodursi di continuo, con la stessa energia e potenza nella pianta giovane come in quella centenaria. Esse sono in grado di rispondere rapidamente agli stimoli rimodulando le vie di sintesi dei metaboliti specifici in base alle differenti condizioni ambientali.

Tale fenomeno è reso possibile dalla totipotenza dei tessuti meristematici che ogni pianta mantiene attivi nelle radici e nelle gemme, e che garantisce che ad ogni primavera una nuova vita ricominci arricchita di tutto il vissuto di millenni di eventi.

Il mondo vegetale è per noi di AetheraBiotech una grande e affascinante fonte di ispirazione, sulla quale non a caso abbiamo costruito la nostra innovazione.

Proprio sfruttando la totipotenza delle cellule vegetali, è possibile la coltivazione in vitro che mettiamo in atto attraverso la piattaforma tecnologica CROP®, per ottenere quel fitocomplesso ideale – perché ad alto titolo, sicuro, sostenibile, altamente standardizzato e sempre disponibile -, pronto per dare valore aggiunto a prodotti cosmetici e nutraceutici.

Non è la specie più forte o la più intelligente a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento, Charles Darwin.